Noi che ci perdiamo nel mare di gente solo per vedere chi è che poi ci viene a cercare, che scriviamo per chi non ci
legge e riconosciamo le città dai frammenti di cielo tra i palazzi. Noi con i dialoghi surreali in una mano e un sorriso nell'altra, il sapore di zucchero filato
sulle labbra e il cuore sempre un po' più in bianco e nero del tuo.
Noi che non crediamo nel futuro,
però tu non mi scordare.
Noi che negli incroci di voci non passiamo mai per primi, che demoliamo muri col pensiero senza riuscire mai ad evadere e facciamo domande con gli sguardi rapiti sempre in una direzione che non è la tua. Noi che facciamo parlare le canzoni e che stonino pure, tanto il coraggio di scambiarci gli accordi prima o poi lo troveremo. Noi come libri letti per trovarci scritti tra abbracci non dati, forse più che trovare un modo per tornare bastava restare.
Noi, siamo noi.
Anche quando credi che non siamo più.