Non chiedere promesse con gli occhi se non puoi mantenere lo sguardo fisso sui miei, le parole quando sono troppe o troppo poche vanno trasformate in silenzi giusti. E a volte, le parole rimangono tra una bugia e un respiro, stringono alla
gola e sul volto scivolano lungo strade che portano altrove. Quel secondo di silenzio tra due canzoni in modalità random,
quell'attimo in cui potresti essere qualsiasi cosa. Ecco, quello voglio
essere.
Quanta distanza credi ci sia tra la rabbia e l'amore se poi basta uno dei due per far sparire l'altro? Forse è perché nella rabbia si trovato sempre le risposte migliori. Magari non quelle vere, ma sicuramente le migliori. Se ora fossimo sul fondo del mare i nostri discorsi sarebbero bolle
d'aria che salgono in superficie per tornare da dove sono venute e i miei dubbi, come le mie certezze, avrebbero lo stesso colore, quello dei motivi curvilinei luminosi sul fondo di una piscina. Eravamo quelli che sorridono nelle foto, poi quelli che nelle foto guardano da un'altra parte, ora siamo quelli che siamo. E ci basta. Quel gusto amaro del compromesso, quel guardare da lontano chi adesso è solo qualcuno che conoscevi. I compromessi li abbiamo abbandonati senza neanche accorgercene, amore. Tra quello che voglio e quello che ho già, esattamente lì in mezzo, ci sono le cose che fanno ancora sorridere. E poi tu.
Se non puoi essere nient'altro, non rimane che farti diventare ossessione.
Tu sei ogni Tu che scrivo.
C'è uno spazio per ciò che non si vede, non si tocca, non va in
frantumi. Ti tengo lì, per fermarmi quando ho voglia di rovinare tutto. E tutte quelle volte che credevi d'esserti perso., in realtà ero io che ridisegnavo ogni volta i miei labirinti per non farti trovare l'uscita.
Per non farti trovare. Per non farti andare via.
Ogni storia tra due persone dovrebbe iniziare con Tutto quello che hai scritto finora non m'importa, scriviamo adesso.
Spengo i nostri errori nel posacenere che ci divide e sorrido.
Di quei sorrisi veri e a dirotto.
Finalmente, è troppo tardi.