Sarà
colpa delle stagioni, quelle che ci portiamo dentro, del tempo sempre troppo
poco e di questi giorni lunghi come secoli che si dilatano tanto da non farci
capire la differenza tra la fine di uno e l’inizio dell’altro. Sarà che
ho smesso troppe volte di fumare e che continuo a collezionare assenze. Sarà
colpa dei finti telegiornali, delle statistiche e di tutte quelle cose stupide che siamo stati
costretti ad imparare come avere sempre qualcosa di bello e di sensato da
scrivere. Sarà che
dobbiamo scavare a mani nude nella terra per vedere che il sangue c’è e si
mescola alla pioggia, che abbiamo bisogno di nuotare in un oceano congelato per
avere freddo e capire che in fondo non abbiamo così tanto giaccio dentro.
E non
sarà poi così grave se ci scopriremo in ginocchio a raccogliere le carte del
castello che ci è crollato addosso e se io non ti ho mai raccontato
dell’idea che ho del mio inverno e della tua estate. E non
sarà così grave se mentre mi parli delle tue catastrofi, delle percentuali e degli schemi riassuntivi dei tuoi progetti io rimango
indecisa tra lo stare ferma e lo stare via. E non
sarà nemmeno così grave salire su treni dagli orari incomprensibili, insieme, ma
con destinazioni diverse.
Tu
raccontami e lasciati raccontare. Inventiamoci
qualcosa di meglio per non lasciarci passare e non finire annegati nei soliti
trucchi e discorsi per paura di riuscirci a vedere davvero e sentirci
plausibili.
Inventami
un filo di voce affinché io possa farne un raggio capace di attraversare
i metri e le atmosfere di profondità per ricordarti come ci si sente a tornare
in superficie.
On Air: Joy Division - 24 hours