lunedì 8 ottobre 2012

Come sabbia.

Non ho ancora capito se siamo una promessa o una scommessa. Tu riesci a vederlo da lì? Ché io su queste strade di parole che non so dove possono portare, ho dato le nostre chiavi di violino al silenzio lasciandomi guidare. 

Di notte, i nostri mari così diversi sembrano quasi avere lo stesso colore e noi come una spiaggia dopo la tempesta accogliamo tutto quello che il mare in preda alla rabbia non ha voluto. Sì, la rabbia che è fantasia costretta a stare in uno spazio ridotto e io non ho nulla contro la tua fantasia, ma vorrei solo capire in che direzione la stai usando, se è per perdermi o per trovarmi. Come sanno fare quelle tempeste che arrivano all'improvviso e si portano via da sole sbattendo la porta, lasciando poi planare i pensieri come i gabbiani sul mare quando vogliono farsi accarezzare dal vento. 

Non ricordo in quale geometria più passa il tempo e più l'intersecare di due esistenze diventa complicato. Forse sono stata io a spiegarlo e a ripeterlo così tante volte che ora non ci credo più e tu non l'hai mai capito che è il tempo che ci allontana, non le distanze, è non voler stare al proprio posto ma rimanerci perché non si sa fare altro, è questo quello che rende un posto il posto sbagliato. Se c'è una cosa che può durare per sempre, la stessa cosa può anche non accadere mai.

L'ironia degli specchi, ti fanno vedere tutto quello che sei ma non conservano ricordi. Di uno specchio non te ne fai niente se non sai decidere da che parte stare. Tutto quello che è blu prima o poi cade come pioggia. E così specchio dopo specchio, siamo passati direttamente all'ultima pagina per scoprire il colpevole ma non ci siamo accorti che il nostro libro era ancora da scrivere, perché poi ci si stanca di essere solo la carta per i pensieri tristi e mai i sorrisi di quando non trovi il tempo per scrivere. 

Ci ritroveremo ancora, non so dove, non so come, ma so che sarà appena smetteremo di cercare un motivo. Quante volte devo fare finta di averti dimenticato per farmi ricordare da te? Quando i ricordi ti girano intorno con passi pesanti, si forma un solco nella terra che ci puoi fare un binario e non ne esci più. E forse è vero, nei duelli d'amore vince chi come arma sceglie se stesso. Come se ci servisse un'altra stupida canzone d'amore. Allora prendi lo spazio tra me e te e riempilo con tutti i sinonimi possibili di Nulla, soprattutto quelli impossibili. Forse conviene mettere le cose sempre al solito posto, così quando poi mancano te ne accorgi subito. Di solito tra i rumori del buio, il senso di riconoscere la voce che ti piace ascoltare è il primo ad andarsene, è come accendere un buio che non assomiglia a nessun altro buio. Se c'è una cosa che odio è non dimenticare le cose che ho già odiato. Doveva essere una notte senza fine, ma tanto lo sai che tutto sfuma sempre in un bianco accecante.

Andrò sul fondo e diventerò un granello di sabbia fino a finire in quella maledetta clessidra e non cadere, per non darti la certezza che la promessa non sia stata mantenuta.

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