Questo essere distanti anni luce ci farà vedere più buio di quello che già c'è, dicevi. Più che i sentimenti colorati, dovrebbero inventare quelli biadesivi, dicevo. Certi silenzi non si inventano per caso, si costruiscono per chiudersi dentro e poi sta agli altri decidere da che parte del muro stare. Siamo un lieto fine senza libro. E ora non sappiamo più in quale pagina trovarci. Dei nostri sbagli messi in mostra come giustissimi atti d'amore, ne faremo medaglie o cicatrici. Un mare scuro di rabbia, fuori e dentro, la pioggia sui vetri che se almeno fossero occhi saprei come venirti a prendere. Le mie frasi senza senso, ciniche e spietate, come segni di catene sui polsi ormai liberi e che poi si perdono in carezze. I tuoi dubbi stretti tra le ciglia, le ali stanche messe a riposare in soffitta insieme alle promesse non mantenute, le notti con le lune storte e tutte quelle cose che vogliono tentare d'essere ma tu hai ancora l'anima addormentata e allora passano, senza lasciare traccia. Senza di te.
Daremo la colpa alla nebbia se siamo spariti.
Alle mancanze prima o poi ci si abitua, dicevi. Certo, dicevo, solo che
di solito è un prima o poi di qualcun altro. E nascondevo tutta Lione
sotto il cuscino e confondevo le tracce. Portami con te, ma forse non te l'ho mai detto, anche quando chiudendo gli occhi lasci tutto il resto fuori. Il mio vestito blu sul pavimento e i pensieri danzanti che attraversano a piedi nudi le strade sotto la tua pelle. Le ferite da foglio di carta sono da mettere in conto quando si ha a che fare coi sentimenti frastagliati. Il tempo. Il tempo le curerà tutte. No, il tempo rende insensibili ed è diverso, dicevo, ma di aspettare aspettavo lo stesso.
Avere qualcosa contro cui combattere rassicura.
Cresceranno spine sulle corde della tua chitarra.
Col cuore in penombra, tu cerca la rosa.
On Air: Micah P. Hinson - Patience
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